Un altro, grazie.

...o anche, "China is our new west!", detto con un sacco di entusiasmo.

27 giugno 2005

Consegnato l'ultimo lavoro, olè: una mirevole riedizione moderna e spensierata di Cappuccetto Rosso in Director, con testi in spagnolo, insulti alla mamma in italiano e commenti in catalano.
Possiamo dichiarare chiuso l'anno accademico, sino a metà settembre (se non di più) mi dedicherò al polleggio più sconsiderato.
Si accettano e vagliano con attenzione proposte che mi spingano a scendere dall'amaca sotto il portico su cui mi spalmerò, insieme al fri fri delle cicale e al cip cip degli uccellini.
Hasta el miercoles! (sigh)

26 giugno 2005

Ricetta del giorno: Ernia al forno in salsa di bile nera.

Prendete due grosse, gigantesche valigie rigide, anche di foggia diversa, uno zaino Invicta rosa salmone a fiorelloni dell'anno '96 di grande eleganza e discrezione, due grosse borse a tracolla modello Eastpak, una borsa per macchina fotografica dall'improbabile forma conico-trapezoidale, e una pratica borsa per computer, già piena e del peso di 300 kilogrammi, decagrammo più decagrammo meno.
Aprite tutte le suddette e disponetele, senza imburrare, sul pavimento, tentando di evitare che rimangano spazi liberi per spostarsi da una parte all'altra della stanza senza appendersi al lampadario e dondolarsi come il padre di famiglia nella pubblicità delle Gocciole.
A parte, sollevate con la sola forza bruta delle vostre braccia un armadio alto tre metri e fate in modo di rovesciarne il contenuto in un angolo della stanza; sopra al mucchio ottenuto gettante aleatoriamente libri, quaderni, sculture in plastilina prossime allo scioglimento, occhiali, altre borse, finti cappelli da poliziotto inglese, portagioie, il pupazzetto della golden snitch di Harry Potter, set per la manicure, varie ed eventuali.
A questo punto, versando poco alla volta e continuando a mescolare, incorporate alle valigie la sopracitata cinquantina di kilogrammi di abiti, scarpe e accessori. Inframmezzate di tanto in tanto con oggetti vari, carcando di immedesimarvi quanto possibile in un campione di tetris.
Quando il composto avrà raggiunto un volume sufficiente, circa di due metri per altezza per ognuno dei contenitori, potrete passare alla fase finale, detta anche del rimbalzo: cercate di chiudere una alla volta borse e valigie, dopodichè al primo previsto fallimento dell'operazione, con l'ausilio di una scaletta pieghevole salite su ciascun cumulo e iniziate a saltare. Noterete come poco a poco il tutto si sgonfierà, permettendovi di fissare agevolmente le chiusure e i lucchetti del vostro bagaglio.
Adesso riapritelo: dal lato destro di quella valigia là spunta un angolo della vostra maglia preferita.
No, non potevo dirvelo prima: questo passaggio permette un'ultima ossigenazione del composto, atta a un risultato finale migliore.
Prendete del nastro adesivo, attaccate un'enorme etichetta a una delle due valigie con il vostro indirizzo e ricoprite il tutto con un ulteriore strato di nastro.
Appoggiandovi di nuovo solo ai vostri muscoletti da giocatrice di briscola, trascinate pedibus calcantibus la suddetta, che ha solo due rotelle e quindi per metà deve essere sollevata, sino al più vicino ufficio postale. Tiratela in testa all'impiegato, consegnategli 70 euro, pregate che arrivi e tornatevene a casa.
Il resto del bagaglio, intanto, avrà lievitato il giusto.
Fra tre giorni tutto sarà pronto per caricarvi ogni cose sulle spalle e dirigervi all'aeroporto, lacrimare un po' e partire.

22 giugno 2005

Auguri Gaia. Grazie.

19 giugno 2005

Ho finito il sito. Con non uno, non due, ma ben tre giorni di anticipo sulla consegna. Non è mica possibile, ci dev'essere qualcosa che non va, sicuramente. Mah.

Sì, sono sopravvissuta.

Enorme.
Prendete un Mazda Palace (se si chiama ancora così, insomma quello) e moltiplicatelo per sei: quello che otterrete sarà la dimensione dell'hangar in cui si svolgevano i concerti e i dj set principali. Come mettere l'Heineken Jammin Festival al chiuso, per dire. Oltre a quello, una seconda sala gigantesca e una zona all'aperto di non so quanti ettometri di lunghezza per una cinquantina di larghezza in cui, tutto in contemporanea, si svolgevano le altre esibizioni.

[La scheda SD della mia macchina fotografica, alle sei e mezza mentre uscivamo, ha deciso che era stanca (di vivere, probabilmente) percui tutto l'accurato reportage che ho fatto è andato, temo, perduto. In realtà la situazione è abbastanza paranormale perchè la scheda, a parole, risulta piena, ma al tentativo di vedere le foto risponde no, svegliona, non contengo dati. Possono morire di usura queste schede? Esperti, a me.]

Tornando alla telecronaca: favoloso. Anzi, per i più fidati, teraunz. Arriviamo verso le due trasportati in loco da un profumatissimo pulmino che conteneva un campionario di umanità varie in buona parte dedite al consumo o allo spaccio di sostanze stupefacenti perchè, insomma, quella che stavamo per affrontare sarebbe stata una notte lunga e faticosa per il corpo e per lo spirito di tutti noi, e bisognava premurarsi. Io? No, io no.
Tentando di evitare l'ammasso di punkabbestia all'ingresso con mosse degne delle migliori puntate dei Power Rangers, entriamo in questo ex aeroporto (a quanto pare) sterminato, dirigendoci con prontezza verso la sala grande per gli LCD, di cui naturalmente riusciamo a vedere solo la fine del concerto, data la nostra proverbiale celerità nell'agire. Il cantante è un grosso pacioccone, la tastierista una giapponese nana. Il batterista e il percussionista sono super lanciati. Piaciuti un sacco, bravi.
Due le cose più gnocche della serata: la prima era un enorme laser verde come quello di Gardaland nella giostra dei faraoni (che meraviglia) in alto sul palco con cui durante i concerti facevano dei bei numeri. La seconda un autoscontro pieno di neon all'ingresso della sala. Non ho provato, ma andare sulle macchinine sui bassi di Miss Kittin avrebbe potuto essere un'esperienza da raccontare ai nipotini.
Appunto, Miss Kittin, salita dopo gli LCD. L'ultima volta al Razz mi era piaciuta meno: questa volta invece mi ha fatto (a me e a altri forse sette o otto miliardi di persone lì di fianco) saltellare gioiosa per due ore, forse perchè questa volta era un dj set e non live, dicevo, nonostante portasse una maglietta piuttosto bruttina. Ma è francese, non si può pretendere troppo.
Alle 4.15, dopo di lei, nell'altra sala iniziava M.I.A.. Una stilosa. Gran gnocca, tra l'altro. Vestita con un affare a strisce verdi e argentate ha urlato e sculettato insieme a una sua amica in hot pants giallini di dubbio gusto accompagnata dal dj. Sì, mi è piaciuta. Tamarrissima alle volte, certo, però bella tribalona e pompata, coinvolgente da bo'. L'ho vista da seduta su una panca di quelle a scale: da segnalare i ripetuti episodi in cui la gente si metteva tra le panche e il muro e tirava di coca in mezzo ai miei piedi.
Finita M.I.A., rotoliamo allegri verso la zona a cielo aperto dove inizia Richie Hawtin: inizia ad albeggiare. Bravo eh, bello pesante, ma niente voce e un po' ripetitivo, buono per chiudere la notte e prepararsi a tornare a casa.
Riattraversiamo la sala grande dove sta suonando la nasuta Ellen Allien e usciamo che è pieno giorno; strisciamo verso il pulmino schivando quelli che insistevano perchè ci prendessimo un cuba libre così, per salutare Apollo che ci passava in testa col carro del sole. Bello, tra l'altro: non avevo mai visto, oltre ai banchetti dei panini con la porchetta, i banchetti artigianalissimi con dodicimila bottiglie di alcoolici pronti ad essere mischiati per te, live.
Ah! Ora mi viene in mente una terza cosa gnocca: gli omini della birra. Ebbene, questi ragazzetti giravano nelle varie sale con una botte (chiamiamola così) di birra a mo' di zaino con bandierina luminescente per essere individuati anche in mezzo a una mandria di impasticcati in trance, corredata da un lungo cilindro portabicchieri e, udite udite, cintura-tubo da cui spillavano. Alcuni giravano sui pattini. Commoventi. Peccato non ne girassero con il Martini, dico io: basta con la supremazia della birra! Blè.
Una cosa non capisco, però. Il motivo per cui i bagarini all'ingresso vendevano i biglietti a MENO del prezzo originale. Averlo saputo, eh.
Insomma, bus-Colombo, Colombo-Parallel, Parallel-casa. Sono svenuta sul letto alle ore 7.14.
E alle ore 13.26 di oggi ero sveglia. Sto diventanto un androide, probabilmente. O forse è lo spauracchio di Proyecto Web che mi fa compiere atti eroici prima impensabili.
Ma la mia scheda SD! Bastarda. Avevo anche un sacco di filmini. Se li recupero ve li faccio vedere. Ciao mamma!

18 giugno 2005

I capillari dei miei occhi minacciano sciopero. Appena torno a casa vado al Parco Ducale a butto il computer in mezzo ai nadari.
Vado al Sonar, ciao. Ah no, ciào.

16 giugno 2005


Entradas, originally uploaded by BikiniDonuts.

Signore e signori, applausi: ho i biglietti del Sonar per sabato sera, ottenuti dopo aver seguito una disidratante fila di circa mille mila milioni di persone di cui metà crucchi coi bermuda.
Avrei preferito venerdì, con i Chemical Brothers, ma la mia notoria rapidità di azione ha fatto sì che non ne trovassi più uno neanche a offrire favori di vario tipo agli omini coi gilet gialli che controllavano, lì al MACBA.
Ad ogni modo il programma non è male neanche sabato, spero solo di reggere a danzare come una baccante svarionata dalle 21 alle 7 del mattino. Sì, ok, guaranà a manetta. Se qualcuno ha altri integratori da offrirmi, si faccia avanti, io non metto paletti.
Cercherò, chiaro, di documentare fotograficamente il tutto; immagino quanto siate ansiosi di vedere l'evento dal punto di vista del mio brillante obiettivo (vabè). Si prevede che a metà manifestazione un ologramma di Benny Benassi apparirà dal cielo gettando glitter dorato sugli astanti.
Sì, ve li faccio anche vedere, così mi invidiate di più. Non i glitter, i biglietti. Adieu.

12 giugno 2005

Ho cambiato idea, ho appena visto i siti dei festival in Finlandia questa settimana... e già godo. Dai.
Tu che sei già lì non tornare neanche a casa, aspettami!
Andiamo?
Koria Roll,
Ilosaarirock,
Provinssirock,
Ankkarock,
Tuska,
Ruisrock,
DBTL, e molti altri eccetera.

10 giugno 2005


Bali, originally uploaded by BikiniDonuts.

Molto bene, andiamo qui? E' solo il posto più bello che esiste.

Ah, non riesco a mettere la foto più piccola.

07 giugno 2005

Visto che l'estrema unzione non è ancora stata data, ne approfitto per promuovere un'interessante iniziativa: si chiama Porta la Gaia in vacanza!. Partecipare è molto semplice: è sufficiente avere qualche giorno libero e riservare un volo verso Copenhagen e una stanza, possibilmente tra le più ampie, presso questo simpatico alberghetto di provincia. Nell'eventualità non si trovasse posto in una delle suite, anche la stanza 121 sarà gradita. Da entrambi gli ospiti, lo assicuro. Ehm.
Ringrazio il mio caro amico che fa i pesci adesivi di avermi portato a conoscenza dell'hotel più hip del momento.
Partecipate copiosi!

05 giugno 2005

Direi che questa creatura è ufficialmente morta. Tanto fra 20 giorni me ne vado. Ciao, è stato un piacere.