Un altro, grazie.

...o anche, "China is our new west!", detto con un sacco di entusiasmo.

28 marzo 2005

Eccomi qua.

Tornata a Bcn, dopo sette giorni di uggiose vacanze pasquali a casa.
Non so perchè, ma oggi sono veramente ansiosa, e il clima troppo autunnale che c'è qui non mi aiuta, evidentemente.
Mi chiedevo: dopo quanto si può parlare di routine? Perchè solo dopo tre mesi, l'idea di tornare qui e rifare ogni giorno le cose che ho fatto da gennaio ad ora mi sembra un po' inquietante.. tenterò intanto di usare l'altro marciapiede per arrivare a scuola, e vedere se cambia qualcosa.. non credo. Mi domando come qualcuno possa definirsi, così a cuor leggero, abitudinario. E' una cosa che mi allucina, a dire la verità: è chiaro che sia bello avere qualche certezza, ma non credo che queste certezze debbano corrispondere alle azioni e alle situazioni, quanto a qualcosa di più basico e fondamentale, e non così annientante.
Mi sento un sasso nello stomaco, per quanto mi renda conto che non vorrei essere in un altro posto.
Che bello, ho cinquanta centesimi greci. Ecco, c'è una cosa che mi piacerebbe dover fare in questo momento, invece che preparare i progetti per l'esame: assistere a una pallosissima lezione di autori greci, o studiarmi a memoria quei 400 versi di Edipo Re, come due anni fa. La soddisfazione di sapere qualcosa alla perfezione, sin dalle sue radici. Ho bisogno di studiare, ho bisogno di concetti, e ho bisogno di qualcuno che me li imponga. Cose a memoria, nozioni, sere sui libri e non sulla tastiera, coi dizionari e i manuali. Se potessi farlo, probabilmente me ne lamenterei, come sempre. Ma quello non posso cambiarlo.
Mi accendo sigarette pensando che mi calmino, e le spengo con ancora più ansia. Non riesco neanche a pensare, e si vede, presumo, da tutto quel che ho scritto sino ad ora.. Forse ho bisogno di soddisfazioni. E' da un po' che non mi sento gratificata, anche da me stessa.. ma d'altra parte non saprei per cosa.. Ma anche no, lasciamo perdere l'autocommiserazione, che proprio non ci sta. Non sto certo male.
Bene, chiusa la parentesi intimista del blog trash. Anzi, no: sono certa che post come questo contribuiscono a renderlo ancora più ridicolo. Vi prego, trovatemi un sinonimo coerente di trash, non lo sopporto.
Devo andare a fare la spesa, saranno aperti i negozi oggi? Non ho neanche l'acqua... e a bere quella del rubinetto, qui, ti vengono i calcoli istantaneamente. Non è dura, di più.
M'han detto che i pappagalli degli alberi del quartiere sono aggressivi. Dovrò comprarmi un caschetto da cantiere? Speriamo che da H&M abbiano già avuto l'idea, così almeno ne ho uno alla moda.
Toh, è uscito il sole.